Nelle righe seguenti potete leggere il racconto di Monica Angioni @biketrailwoman, e vivere la sua esperienza al Belvì trail in compagnia del fratello Umberto. Monica è una grande appassionata di trail e tra gli organizzatori del Supramonte X-Wild.
Ricordiamo che pedalirurali raccoglie in un calendario i maggiori eveti di adventure cycling in Italia, ed inoltre dà la possibilità a tutti di raccontare la propria storia, proprio come ha fatto la nostra amica Monica, scriveteci tramite la sezione About e seguiteci attraverso la nostra pagina facebook.
Buona lettura!
Siamo nel lontano 2018: Il 21 settembre è la data di partenza del Belvi’ Trail, ma è anche la data fissata per un corso aziendale a cui non posso mancare, decido di chiamare Amos di Sardinibiking e chiedere la partenza posticipata al sabato mattina, per fare da sola in due giorni la 200 km.
Mio fratello Umberto nel frattempo si sta accordando con un amico per partecipare alla 100 km, sempre con partenza sabato, per cui nasce in me l’idea di fare la 200 km insieme ma la sua reazione alla mia proposta inizialmente è abbastanza negativa per cui decido di non insistere.
A pochi giorni dalla partenza, il compagno d’avventure di Umberto da forfait e così grazie anche ai consigli di Amos:”Fare la 100 non vale neanche il gasolio per arrivare sino a Belvi’! Per ammortizzare conviene fare la 200!”; e in virtù della mia proposta di affrontare il percorso in modalità turistica si convince e si scrive alla 200 Km.
Lui parte da Arborea, Io da Cagliari. Durante il viaggio in auto verso Belvi’, prima del Valico Sa Casa, vedo in lontananza una macchiolina bluette che pedala in salita. Mi dico: “Non puo’ essere, il Maestro! (Antonio Marino)”.
Antonio è partito da Selargius e si sta recando a Gavoi, ed ha previsto uno stop al Quartier Generale del Belvi’ Trail per salutare. E’ sicuramente un buon auspicio per me, lui mi da sempre tanta forza. Al Quartier generale ci sono anche Francesca e Rita che supportano l’organizzazione, arriva anche Umberto ed insieme riceviamo la benedizione del Maestro.
Ore 7.00 si parte. Umberto è gasatissimo, Io un po’ tesa, sento la responsabilità’ della guida e desidero che tutto vada bene. Non possiamo fallire, soprattutto per lui, che deve prendersi una rivincita sul Gtrack! Partiamo vestiti uguali, proprio con il completino Gtrack, tanto che mia figlia ci descrive come due teletubbies.
La giornata scorre in maniera piacevolissima. E’ soleggiata e la temperatura è ideale. Il paesaggio è uno spettacolo di colori e contrasti, ed i profumi sono inebrianti, tutto questo allevia la fatica. Pedaliamo soddisfatti, manteniamo un’andatura turistica e ci fermiamo a fare tante foto e godere dei paesaggi che questo trail offre.
A Villanova Strisaili ci fermiamo per pranzare, qui ritroviamo Stefano e Tore che ci avevano superato poco prima e che stanno ripartendo. Chiacchieriamo con curiosi paesani che ci fanno le consuete domande ed inconsapevoli che abbiamo una traccia prestabilita, provano ad aiutarci indicandoci il percorso migliore da seguire. E’ un classico di tutti i trail, mi fa sorridere ed è piacevole che la gente si interessi a quello che facciamo, mostri ammirazione e ci consideri un po’ “pazzi”.
Ripartiamo alla volta di Lotzorai in uno dei tratti a mio avviso più belli, passiamo il bosco di
Santa Barbara in primis, sino ad arrivare alla stupenda pineta di Lotzorai che percorriamo per intero ammirando il bianco intenso della spiaggia e l’azzurro limpido del mare. Questo è uno dei momenti più piacevoli di tutto il trail e sebbene ci aspetti una durissima salita in asfalto sento emozioni positive.
Arriviamo ad Arzana verso le 19.30, Umberto ha qualche acciacco al ginocchio, ma il tutto viene alleviato da un ottimo boccale di birra che Stefano e Tore ci offrono appena ci vedono arrivare. Due angeli! Anche loro pernottano all’Hotel Murru e quindi ceniamo tutti e quattro assieme
allegramente.
Alle 7.00 ci ritroviamo tutti per la colazione e di lì a breve ripartiremo, ci aspetta una tappa scorrevole che affronteremo con pazienza, Umberto infatti ha il ginocchio in fiamme e quindi ci prendiamo tutto il tempo per fermarci a scattare foto e riposare, certo sarebbe bello avere un Antidolorifico!
Percorriamo una traccia che avevo gia’ affrontato durante la Via dei Sassi , ma allora pedalavo al buio, ho quindi approfittato per ammirare quanto mi ero persa la volta precedente, posti affascinanti e unici, come la foresta di Niala dove si procede su morbidi tappeti di aghi di pino, di un colore rosso acceso che emanano un profumo inebriante.
Usciti dalla foresta mancano solo 35 Km, il ginocchio di Umberto purtroppo continua a farsi sentire e nella sua mente si insinua l’idea del ritiro. “Non se ne parla” penso, e così decido di fare l’autostop, ebbene sì, fermo tutte le auto che passano alla disperata ricerca di un antiinfiammatorio. Una volta trovato, convinco il mio compagno che la soluzione migliore è prenderlo e aspettare che faccia effetto. Riprendiamo a pedalare lentamente, questo trail è talmente bello che non mi dispiace affrontarlo con lentezza.
A Seulo ci riposiamo, pranziamo e Umberto fa degli impacchi di ghiaccio sulle parti doloranti. Lo guardo e, nonostante il dolore è sorridente, quindi scherzo e gli dico: ”Non ti vorrai mica ritirare a 24 chilometri dall’arrivo? Anche strisciando, ma devi arrivare!”
Alle 19.00 dopo aver attraversato un Guado e percorso le ultime due infinite salite a passo d’uomo arriviamo a Belvì, dove troviamo un grande comitato d’accoglienza: oltre agli organizzatori ci sono anche Giusi, Stefano, Tore, Sebastiano, Valentina, Nicoletta e Antonello.
Io pensavo che fossero tutti ripartiti! Baci e abbracci e occhi lucidi! Sono felice!
Grazie per aver condiviso questa bellissima e stimolante esperienza.
Bravo Umberto che ha resistito nonostante il ginocchia dolorante 🙂