Un viaggio nel tempo attraverso enormi lande desertiche, villaggi abbandonati, comunità rurali in via d’estinzione e borghi dediti alla solitudine. Questo è molto altro è La Spagna vuota, un libro di Sergio del Molino pubblicato nel 2019che raccontaun viaggio in quella Spagna spopolata.
Iniziamo così, con la presentazione di un libro, che ci è stato consigliato dal protagonista della storia che vi racconteremo. Lui, esce spesso a fare un giro, in sella alla sua CiscoDunbar ed in bikepacking, in questa Spagna sconosciuta, una terra che lo ha sempre affascinato ed attirato, un magnetismo romantico dal quale non riesce a staccarsi.
La Spagna vuota
Prima di presentarvi il protagonista facciamo un piccolo approfondimento. “La Spagna vuota” è un termine coniato dall’autore Sergio Molino entrato oramai nel lessico contemporaneo. Con questo termine si vuole evidenziare un fenomeno che ha visto il suo culmine alla fine del dopoguerra e che ha visto l’abbandono della ruralità a favore di una prospettiva di vita urbana.
In Spagna questo fenomeno è più accentuato, in un territorio di circa 268 mila chilometri quadrati (La Spagna Vuota), cioè più o meno come l’Italia, gli abitanti sono poco più di 7 Milioni, divisi in cinque regioni autonome. La densità di popolazione è bassissima, sfiora quella dei paesi del nord Europa. Un territorio solitario. “Sembra di essere in un film Western” ci racconta il nostro protagonista. Fuori dai pochissimi centri urbani, la terra è molto aspra, poverissima e abbandonata da tutti.
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Esco A Fare Un Giro di Stefano Scapitta
Il nostro blog parla soprattutto di trail, ciclismo d’avventura (adventure cycling), ciclismo rurale, viaggi in bici e bikepacking. Proprio per questo motivo i protagonisti di questo articolo sono Stefano e le sue avventure spagnole.
Stefano Scapitta è un orafo piemontese, classe 69′. La sua carriera sui pedali inizia all’età di 24 anni e per ben 14 anni si è dedicato al ciclismo agonistico con i colori della Fenice MTB. Terminata l’esperienza agonistica, con ampi successi a livello regionale, decide di prendersi un momento di pausa, fino al 2012 quando insieme ad un amico parte per Barcellona, il 26 Dicembre (Santo Stefano) partono in nave da Genova e rientrano in Italia ripartendo il giorno di Capodanno, in bicicletta. Nove giorni, quasi 1200 Km e un approccio più cicloturistico, con portapacchi e borse. Come primo viaggio dobbiamo dire che non si sono risparmiati.
Un giorno da ricordare per Stefano, perchè ha dato il via al suo progetto. Esco a Fare Un Giro vuol dire disegnare tracce inedite in territori sconosciuti da percorrere in bicicletta. Avventure rurali ricche di incognite, romanticismo, passione, fatica e, perchè no anche di momenti in cui bersi una buona birra.
Atmosfere di Sassi e polvere
Con i suoi primi tre viaggi Stefano ha coperto il periplo della Spagna, tutto in fuoristrada e tutto seguendo itinerari inediti. Vediamoli nel dettaglio:
2015 – Trans Alp Pirenaica
Viaggio in solitaria, 3.700 km e 55.000 metri di ascesa. Da Valenza alla volta di Cadaques, Traversata dei Pirenei in fuoristrada fino a San Sebastian e rientro in Italia.
2017 – Trans Cantabrica
Partenza da Lourdes, circa 2.500 km e 45.000 metri di ascesa, metà dei quali fatti in off road. Traversata dei Pirenei e delle Asturie attraverso la Cantabria nel nord della Spagna, e per finire una volta a Ponferrada verso Barcellona per poter tornare in nave in Italia.
2018 – Trans Iberica
3.000 km e 54.000 metri di ascesa di cui ben 2.700 in fuori strada. Da Lèon a Barcellona, attraversando il Portogallo, percorrendo la serra de Estrela, l’Andalusia passando per Cordoba, Granada e Albacete. Per non farsi mancare nulla anche i 3.396 metri del Pico Del Veleta (la strada carrozzabile più alta d’Europa).
Gli ultimi due viaggi invece lo hanno portato nell’entroterra Spagnolo e sono:
2019 – Sierra Nevada – Carretras altos
700 km sul più grande massiccio della penisola iberica, La Sierra Nevada. Da Almeria a Granada circa 350 km di strade in altura, da Granada via Guadix passando per il deserto De Gorafe, uno dei luoghi più aridi d’Europa.
2020 – Montanas Abandonads – Les calles de los ultimos
2.000 km ed oltre 37.000 metri di ascesa nella Spagna “VUOTA” tra le regioni iberica con la più bassa densità abitativa d’Europa , seguendo strade sterrate frequentate ormai da pochissime persone, un viaggio indietro nel tempo nella Spagna rurale.
L’intervista
Concludiamo questo articolo con una breve intervista, siamo molto curiosi e non potevamo lasciare Stefano senza che ci raccontasse qualche aneddoto:
Allora Stefano, puoi dirci quando è nato l’amore per la Spagna e cosa ti porta a pedalare in questi territori?
Sinceramente non saprei, so solo che adoro il caldo, gli spazi immensi, la polvere ed i sassi, sogno l’America Latina e forse la Lpagna è la terra Europea che più le si avvicina.
Possiamo dire che con i tuoi viaggi hai coperto gran parte del territorio spagnolo, quali sono i tuoi luoghi preferiti?
Impossibile fare una cernita, la Spagna mi ha regalato forse le emozioni più intense in luoghi apparentemente senza nessuna importanza, forse dovendo scegliere, Andalusia, Sierra Nevada ed Asturie, però ripeto, la Spagna può stupire dietro ogni curva, io poi ne apprezzo l’assoluta desolazione di certe zone.
Tanta solitudine ma anche tante emozioni, ci racconteresti alcuni dei momenti che ti sono particolarmente a cuore?
Nel 2015 durante la TRANS-ALP-PIRENAICA vidi per la prima volta il canyon del Parque de l’Ordesa y Monte Perdido provai qualcosa di fortissimo, mi misi a piangere per 10 minuti. Essere davanti a tanta bellezza inaspettata e dopo esserci arrivato in bici dall’Italia fu emotivamente devastante.
Poi mi sono rimasti impressi il deserto de Tabernas e de Gorafe, luoghi che non si possono dimenticare. Pedalare in solitudine in quei luoghi è un’ emozione intensissima.
Vediamo spesso nelle tue foto una birra ed una bici, perché non ci dici che sapore hanno quelle birre?
La birra a fine giro è un must.
Dopo ore di caldo torrido gustarsi una “cerveza” è qualcosa di indescrivibile, oppure come si usa in Spagna una “cervesa y Limon” talmente fredda che la schiuma cristallizza.
Pensa che una volta, dopo che per tutto il giorno avevo patito il caldo, per alcune ore pure la sete visto che ero rimasto a secco, durante una tappa particolarmente impegnativa per chilometraggio e dislivello, quando finalmente arrivai in paese e trovai il campeggio, mi sedetti nel dehore del bar ed ordinai due birre medie. Quando il cameriere me le portò al tavolo, la prima non gliela feci nemmeno posare, mentre prendeva l’altra io la bevvi tutta, poi mi gustai con calma la seconda.
Un’ ultima domanda, abbiamo notato che sei passato da un montaggio in stile cicloturismo con le borse da viaggio classiche al bikepacking, cosa è cambiato per te?
Il bikepacking ha rivoluzionato tutto, il mio modo di viaggiare è cambiato completamente. Innanzitutto mi ha aiutato ad alleggerire la bici, con le borse classiche da cicloturismo tendevo a caricarle al massimo con conseguente aumento di peso e soprattutto di cose inutili che portavo con me. Inoltre il bikepacking mi ha spinto a progettare percorsi sempre più impegnativi in quanto aumenta la pedalabilità della mia Locomotive CiscoDunbar e soprattutto l’agilita, sia in salita che in discesa.
Salutiamo e ringraziamo Stefano, se volete sapere di più su di lui vi invitiamo a seguire la sua Pagina Facebook – Esco a Fare un Giro. Se invece volete fare una pedalata insieme a lui vi invitiamo a seguire l’associazione Monferrato Bike Ride che propone un ciclismo diverso all’insegna dell’avventura e del divertimento.
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