Il Lazio Trail è un viaggio attraverso una delle regioni meno note e più affascinanti d’Italia, luogo di origine del grande Impero Romano.
Con partenza dal Parco degli Acquedotti di Roma, percorre antiche vie consolari, cammini di pellegrinaggio, sentieri di montagna attraverso 7 dei Borghi più Belli d’Italia, riserve naturali, laghi e boschi.
Quest’anno ha avuto luogo il 04 Luglio, nella nostra scheda trovate maggiori informazioni sui percorsi e il fantastico video di presentazione.
La scorsa settimana vi abbiamo raccontatoto la prima parte dell’avventura di Gianlugi Bellantuoni ed oggi continuiamo la nostra intervista.
Il racconto di Gianluigi Bellantuoni 2° Parte
Gianlugi ha avuto la fortuna di poter testare la traccia extreme del 2020 con una partenza anticipata.
Ciao Gianluigi eccoci di nuovo qui, ti va di raccontarci la seconda parte del tuo viaggio?
Certo molto volentieri, ripartiamo dalla settima tappa:
7ª tappa Miciliano – Corchiano km 110
È la tappa di montagna, la più alta del trail. Parto presto dopo aver fatto abbondante rifornimento d’acqua. Raggiungo il rifugio Sebastiani, ancora chiuso e svalico il passo dove inizia la parte più spettacolare del mio trail. Una giornata di sole limpido, aria frizzante, tipica delle zone di montagna, dopo giornate di maltempo, quando i venti settentrionali spazzano le nubi ed i cattivi pensieri. Qui mi sento a casa e lo sguardo spazia a 360° dall’alto di queste montagne, che nulla hanno da invidiare alle Alpi, anche se a volte, erroneamente, si è portati a considerarle di serie B.
Il percorso, tra continue salite e discese, spesso non pedalabili, è veramente molto suggestivo. Un tratto su strade bianche tra campi di grano mi riporta verso l’ultima lunga salita, che conduce all’ennesimo altopiano (ormai ho smesso di contarli). La parte più impegnativa del dislivello è fatta mi dico, ma il percorso è ancora insidioso con continui saliscendi taglia gambe e la stanchezza si fa sentire.
Nei pressi di Corchiano, a 70 km da Viterbo, decido che è il momento di fermarmi.
8ª tappa Corchiano – Bagnoregio 130km
I settanta chilometri che mi separano da Viterbo sono interminabili, fa caldo e il percorso è un continuo saliscendi, niente pianura, niente salite e discese degne di questo nome, solo strappi, secchi, snervanti. Io soffro il caldo e la gamba non gira più. Mi ricordo però che in tutta questa fatica ho attraversato dei posti bellissimi, dal parco delle Forre di Corchiano alla giungla più selvaggia, dove un torrente impetuoso scorre tra giganteschi massi preistorici. Finalmente Viterbo, dove l’amico Daniele mi aspetta con la sua compagna per salutarmi e pranzare assieme, un buon pranzo abbondante ed in ottima compagnia. Tra un piatto e l’altro scambiamo quattro chiacchiere, il tempo è passato veloce ed è già ora di ripartire. Per un lungo tratto mi accompagna Daniele, mi “tira” nei lunghi piani e mi aspetta in salita, arriva anche un temporale che mi rinfresca. I chilometri in due passano veloci, nonostante la stanchezza e i dolori vari. Mi fermo in tenda alle 22 a Bagnoreggio a pochi chilometri da Bolsena.
9ª tappa Bolsena – Tarquinia km 140
Sulla carta dovrebbe essere la tappa più facile con poco dislivello e tanta pianura, ma dopo 700 KM tutto è possibile.
L’aspettativa di chiudere il trail in giornata mi fa dormire poco e male, quindi decido di partire presto. I primi chilometri sono un continuo saliscendi lungo le colline che circondano il lago vulcanico di Bolsena. Faccio abbondante scorta di acqua e viveri perché da questo punto non ci sarà più nulla fino all’arrivo. Il clima è decisamente cambiato, la tanto attesa estate è esplosa improvvisa. Poteva anche aspettare qualche ora! Non mi resta che soffrire, abituato ai climi freddi, pedalare in queste condizioni per me è devastante. Cerco di reagire, ma la gamba non va, i dolori si accentuano, il fondoschiena non sopporta più la sella, sono costretto a scendere ad ogni salita. Lo so, mancano pochi chilometri, ma scorrono lentamente. In lontananza la centrale, il mare, le navi da crociera ancorate a Civitavecchia, forse la meta si avvicina, continuo su strade bianche polverose e strade asfaltate poco trafficate, con vento caldo, caldissimo che a tratti mi aiuta. Finalmente le indicazioni per Tarquinia, dai che ci siamo, mi dico! Ed invece, improvvisamente la traccia gira verso l’interno, di fronte a me la rocca del castello. Comincio a temere il peggio ed a maledire Daniele. La salita è molto dura, ma breve ed il panorama ripaga dello sforzo. Ora è proprio fatta. Avviso Daniele che rischio di perdere il treno e che mi fermo direttamente alla stazione. Lo trovo là che mi aspetta coi biglietti in mano, pronto a immortalare il momento.
Grazie Gianluigi un bellissimo racconto, dacci un tuo resoconto finale, consigleresti questo trail?
È stata un’esperienza bellissima, un trail lungo, impegnativo, con tanto dislivello sentieri spesso al limite del pedalabile, tratti nella natura più selvaggia senza alcuna possibilità di ririfornimento. Il maltempo dei primi giorni ne ha esaltato le caratteristiche, scavando e trasformando i sentieri in corsi d’acqua e piste di fango. In una parola, extreme. La traccia percorre tutto il Lazio, lungo i confini, dalla capitale, agli Appennini, al mare.
Mi godo il momento di gloria, questa volta sono veramente provato, ma felice come un finisher al Tour Divide. Non sarà un trail così blasonato, ma altrettanto bello e spettacolare.
Ringraziamenti?
Un ringraziamento Daniele Bifulco, sempre presente per qualsiasi esigenza e a tutti gli amici che mi hanno seguito virtualmente e incoraggiato in questa avventura.
Si conclude qui il racconto di questo entusiasmante viaggio, vi ricordiamo che se volete raccontrci la vostra avventura potete scriverci attraverso la sezione about oppure contattarci via facebook.
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